Il sito produttivo di Santa Maria di Zevio ha da sempre portato con sé una complessità sistemica dovuta sia al tipo di produzione e sia alla sua ampiezza. Id group ha optato quindi, in fase preliminare, per un’analisi dei flussi dove è stata evidenziata la differenziazione di movimenti, direzioni, interferenze di diverse tipologie di utilizzatori rispetto agli spazi (addetti alla produzione, amministrativi, visitatori esterni, fornitori, accettazione materie prime, spedizioni, manutentori, mezzi di soccorso, ecc.). Ciò ha permesso di avere un progetto che rispondesse alle principali tematiche da risolvere e cioè quelle relative alla differenziazione degli ingressi per flussi di turno (nuovi accessi al sito e viabilità interna), alla non interferenza di manutentori e visitatori nelle aree produttive (percorsi differenziati e sistemi di filtraggio), alla costruzione di percorsi diretti rispetto agli obiettivi degli utilizzatori, all’ottimizzazione dei flussi di lavorazione.
Il progetto di ampliamento del sito produttivo si è sviluppato su di una superficie utile di circa 50.000 metri quadrati (compresa anche la costruzione di un ulteriore polo destinato agli impianti tecnologici). La composizione architettonica del corpo di fabbrica principale destinato alla produzione è data da tre volumetrie ben distinte nella forma, corrispondenti alla cella di ricevimento e conservazione della materia prima e di conservazione per la spedizione del prodotto finito (due “cunei” con struttura lignea delle dimensioni ciascuno di circa 100 x 45 metri che producono freddo ed energia e che danno ospitalità alle baie di scarico e carico) e all’area delle lavorazioni e dei servizi (un parallelepipedo con struttura prefabbricata in calcestruzzo delle dimensioni di circa 80 x 200 metri). Importanti sfide vinte sono state la copertura, che è stata resa carrabile e raggiungibile da mezzi di trasporto pesanti attraverso una rampa delle dimensioni di circa 115 x 8 metri, e il percorso interno dedicato ai visitatori e ai processi audit, la cui particolarità è quella di poter visionare dall’alto l’intero processo produttivo senza interferire con la produzione e garantendo gli standard di igiene alimentare.
Altra importante sfida vinta è stata quella sul fronte dell’igiene e della salute degli alimenti in relazione alle dimensioni del fabbricato, alla capacità produttiva, al personale presente e ai regolamenti locali di igiene che spesso non risultano così corrispondenti con la normativa nazionale ed europea. Il nuovo stabilimento produttivo sarà destinato infatti alla preparazione di alimenti con elevato contenuto di servizio e la cui progettazione alimentare ha dovuto prevedere la corrispondenza ai più aggiornati criteri di igiene ambientale, alla legislazione alimentare nazionale e europea, ma soprattutto anche ai requisiti stabiliti dalla USDA (United State Department of Agricolture), essendo i prodotti destinati anche al mercato statunitense.